Igor Benevenuto arbitro

Ha deciso di fare coming out e di uscire allo scoperto. Parliamo di Igor Junio Benevenuto de Oliveira, arbitro brasiliano, che ha rivelato al podcast “Nos Closets dos Vestiários” la sua omosessualità.

Igor Benevenuto, l’arbitro che ha fatto coming out

“Mi chiamo Igor Junio ​​Benevenuto de Oliveira. Sono un arbitro di calcio, ma da oggi non sarò più una delle tante versioni di Igor che ho creato. Sarò solo Igor, un uomo, gay, che rispetta le persone e le loro scelte. Niente maschere. Solo Igor. Nessun filtro e orgoglioso di essere me stesso”. Con queste parole l’arbitro brasiliano ha scelto di liberarsi di un peso e mostrarsi per quello che è realmente.

“Amo il calcio come gioco ma sono arrivato ad odiarlo profondamente quando ho percepito un ambiente carico di pregiudizio. C’è ancora molta omofobia latente, del machismo mascherato dallo scherzo. Io sapevo di essere omosessuale sin dalla prima infanzia e mi sono forzato per crearmi un personaggio anche per giocare a calcio con gli altri bambini”.

“Ho pensato fosse il modo perfetto per nascondere la mia omosessualità. Giocare non era più un’opzione quindi ho scelto l’unica altra strada possibile e sono diventato arbitro. Adesso però dopo aver dedicato 23 anni di carriera alla direzione di gara non è più il momento di nascondermi. Non mi sono mai sentito me stesso. Credo sia giusto gettare la maschera. Essere attratto dagli uomini non fa di me una persona meno meritevole di rispetto. Né si potrà dire che arbitro per questo”.

Infine: “Non  arbitro perché cerco un uomo, non mi sono avvicinato al calcio per avere più possibilità di trovare un compagno. Anzi, voglio rispetto come persona e come lavoratore, come è giusto che sia in qualsiasi altro settore. Ho parlato perché rivendico il diritto di vivere come voglio. Nel calcio ci sono ancora tanti omosessuali, così come nella vita, ma vi posso assicurare che specialmente nello sport il 99,9% di noi è nascosto. Fra gay ci riconosciamo ma serve il coraggio di uscire allo scoperto. Conosco arbitri, giocatori, allenatori sposati, tutti con figli, che hanno una doppia vita”.

Di seguito l’intervista ripresa da Globo:

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